Il concetto che rende i dispositivi SOL® IMPRONTAFACILE differenti da quelli della tecnica nota è legato a una forma speciale, complessa da realizzare, avente sagoma CONICA, LOBATA e nello stesso tempo SINUOSA.
Può sembrare strano leggere di “sinuosità”, ma per ottenere impronte precise senza tirare, strappare, inventarsi strategie per uscire da geometrie implantari vincolanti si è dovuto uscire dagli schemi.
L’obiettivo principale ? NON TRASMETTERE TENSIONE AI MATERIALI d’impronta.
Sono nati dispositivi nuovi, dedicati in modo specifico e vantaggioso
non solo alla rilevazione d’impronta per impianti, ma anche per ottenere la masticazione precisa sempre.
Essi trasformano la geometria di qualunque tipo d’impianto in questa nuova forma, eliminando vincoli.
I lobi sul SOL® conferiscono perfetta stabilità a una speciale cappetta.
Una cappetta “speciale” perchè composta da un materiale e da una forma conico-sagomata che inverte il concetto da sempre adottato.
La Cap-sol è un prodotto sagomato internamente per micro-frizionare sui lobi e sulle pareti del SOL®, per scivolare dolcemente (senza incastri) in una posizione di appoggio circonferenziale tra i pezzi.
Due riferimenti maschio/femmina stabiliscono unicità di posizione.
SOL e Cap-sol tra loro non s’incastrano ma si accoppiano intimamente e quando uno dei due grazie alla vantaggiosa angolazione delle pareti dell’altro viene prelevato senza sforzo da qualsivoglia materiale in cucchiaio chiuso, può essere riposizionato perfettamente e facilmente, dal tecnico in laboratorio.
In sostanza il grande equilibrio che porta a precisione di risultato anche in casi di multi-implant avvitati.
Le tecniche con cappette da sempre adottate prevedevano funghetti ritentivi (e si aggiungevano adesivi) col rischio di stirare un materiale se portato in tensione:
un grandissimo errore.
E’ da sempre una contraddizione scegliere materiali elastici per poi legarli con resine o altro … e dover tirare forte
(è come cercare di far passare una scrivania da una porta stretta sperando che successivamente si ricomponga).
La sua forma esterna è un tronco di cono perfettamente sagomato: è il materiale stesso che su di essa si auto-calibra.
E’ lui che se avverte tensione lascia la presa: se il materiale non si stira, l’impronta sarà sempre precisa.
Sempre alla ricerca di una soluzione per rilevare un’impronta su impianti semplice e precisa, un giorno, osservando le caratteristiche di un cacciavite a croce, mi sono detto: “Questa è la forma che mi manca: testa bassa, anti rotazionale, … perfetto!!”
Ho preso molti puntali di uno strumento avvitatore, li ho modificati attentamente, controllati con strumenti di misura, inseriti nel gesso dalla parte della base. Li ho inclinati molto, imitando quello che frequentemente succede nel cavo orale. Ne ho posizionate 7 serie da 5.
Sulle estremità sagomate di questi ho costruito con molta attenzione delle cappette, studiandone attentamente gli appoggi. Le ho provate, controllate e riprovate minuziosamente in ogni loro parte, annotando tutto.
Dopo aver posizionato le “speciali “ cappette sulle parti sagomate dei puntali, ho bloccato con gesso anch’esse utilizzando delle particolari staffe. Ho rispettato tutti i parametri indicati per un uso corretto dei materiali, compreso il tempo di presa del materiale … e via!!
Con un macchinario, per uno dei campioni ho prodotto trazione in verticale: nessun ostacolo.
Ho capito che potevo ottenere ciò che mi serviva.
Mi sono concentrato sul perfezionamento della “mia” forma, ho testato infinite variabili interne, esterne, il rapporto con gli impianti già esistenti in commercio e con le loro differenti misure, cercando perfezione di esecuzione e col pensiero continuo alla semplicità di manovra per l’utilizzatore.
È stato un lavoro molto impegnativo, soprattutto per la parte esecutiva.
Non basta avere delle macchine “grandi” per poter fare dei pezzi tanto complessi, serve ben altro. Attraverso i più qualificati costruttori di attrezzature meccaniche di altissima precisione ho ottenuto ciò di cui avevo bisogno.
Il resto della storia, della grande ricerca messa in atto, ve ne racconto un’altra volta, per adesso vi dico solo che ci sono riuscito. L’obiettivo è stato raggiunto con grande successo.
Fulvio Solara