Assolutamente no.
Il concetto è completamente diverso:
non c’è una cappetta che si aggancia a un componente (generalmente tronco/conico) e che dev’essere estratta a forza da un materiale.
Non c’è nemmeno una ritenzione esterna alla cappetta perchè anche questo può deformare un materiale d’impronta.
Il concetto si comprende guardando dentro a un orologio: le “tolleranze” (calcolate imprecisioni tra gli ingranaggi) che sono state studiate per ottenere il tempo in modo preciso sono il segreto della precisione che si ottiene con la sistematica SOL® Improntafacile
Anche il Locator®, inizialmente, era considerato una semplice cappetta: speriamo di avere lo stesso successo. SOL® basta averlo tra le mani, provare in che modo avvengono l’accoppiamento e l’uscita della cappetta ed è tutto più chiaro.
Perché le cappette adoperate nel passato producevano distorsioni dei materiali.
Perchè la scansione intra-orale che spesso viene adottata per ovviare al fastidio di un’impronta analogica non permette di realizzare un’impronta valida per eseguire un multi-implant avvitato.
Perchè non conoscono il NUOVO ANALOGICO, che non è la penicillina, ma semplicemente quello che ogni team di esperti Clinici/odontotecnici fa da sempre: un’impronta strappata con forza per eseguire dei monconi fresati su misura … e riprenderla.
Con SOL® si salta la prima fase.
Sì. Al momento è prodotto su 55 piattaforme degli impianti di maggior diffusione.
No, non serve utilizzare resine, fili o altro. Tutte manovre inutili, che inducono in errore.
Acquistare materiali elastici e tenaci, con l’obiettivo di sfilare da testa-impianto delle geometrie aventi assi disparalleli e poi legare il tutto … non ha logica. L’industria però non ha mai fornito alternative.
Avere un’impronta estratta dal cavo orale e accertare stabili (quando lo sono) i transfer lunghi non è garanzia che non si sia mosso nulla.
Far passare una scrivania da una porta stretta dalla quale non passa è l’esempio. Se qualcosa di essa o delle pareti cede allo sforzo, possiamo sperare che si ricomponga?
L’impronta è la base di un lavoro protesico.
Per l’impronta su Multi Unit ancor meno sarebbe logico legare perchè svitando delle vitine l’impronta cade, si stacca. Ciò che tiene è eventualmente mucosa.
Ciò che serve, soprattutto, è la relazione intermascellare.
Con SOL® non è mai un problema.
Col cucchiaio chiuso il materiale riceve una spinta ideale che permette di rilevare meglio la porzione di mucosa intorno all’impianto.
In molti casi il cucchiaio individuale chiuso permette di rilevare la relazione intermascellare.
Se si vuole ottenere solo l’impronta, va bene anche un cucchiaio del commercio: con SOL® basta riempire oltre al cucchiaio una siringa con puntale e contornare le CAP-SOL, successivamente … improntare.
Basta poco materiale (non si tira, non si strappa) e non dev’essere obbligatoriamente un polietere.
No, mani e cacciaviti passano comodamente.
La tacca indicata dalla freccia sull’ASSISTANT (portatore cilindrico*) permette di entrare col driver a 3 mm dalla testa impianto (aree posteriori della bocca).
* Il portatore oltre a permettere di avere saldo nelle mani il SOL, avendo forma cilindrica indica anche la direzione dell’asse implantare.
Con SOL® assolutamente no. Nessuno stress né per il paziente, né ai materiali.
Decisamente meno.
Non ci sono indicazioni particolari, in quanto il rapporto che c’è tra la speciale cappetta e il SOL® garantisce l’anti rotazionalità, ma anche la facilità di disaccoppiamento delle parti. Va benissimo anche un silicone, diversamente dalla tecnica nota: non si tira, non si strappa.
Se il materiale fosse troppo morbido, il campo non fosse perfettamente asciutto e la CAP-SOL non rimanesse nell’impronta NON E’ UN PROBLEMA: si riposiziona grazie alla sua forma conica esterna, alla sua precisa sagoma.
” Se è successo, significa che il materiale stava andando in tensione ! ”
No, la vite dei dispositivi per testa-impianto dritto e inclinato è contenuta nel corpo-dispositivo e non esce.
Solo i dispositivi per Multi Unit hanno la vite separata, ma utilizzando il Portatore “ASSISTANT” per inserirli nel cavo orale, questo la ferma perchè non esca accidentalmente.
Il SOL® possiede una cava nello spigolo superiore che serve a ricevere il lobo interno della CAP-SOL. Si accoppiano in un’unica posizione. La forma dei componenti equilibra la centratura.
La cappetta calza in modo complementare alla forma del SOL®, tanto che non serve nessuno sforzo per l’inserimento. Per assicurarla basta un “colpetto” col dito. Ha una sola posizione che s’individua immediatamente.
La CAP-SOL, alla trazione, mostrerà una “moderata” tenuta data dalla grande precisione costruttiva.
Grazie alla sinuosità del SOL® in titanio, essa viene “dolcemente prelevata” dal materiale d’impronta, senza che quest’ultimo rischi deformazione.
L’utilizzo degli accessori OC-SOL, OC-MED e OC-VAR, permette di ottenere nella stessa seduta d’impronta anche la relazione intermascellare.
In vari modi, precisa, senza latero-deviazioni, senza che un condilo finisca in compressione.
Il SOL® impedisce ogni movimento agli accessori che vengono uniti con sistema ad incastro fino a lasciare circa 2 mm di spazio nei confronti dell’arcata antagonista.
Tutto il campo operativo rimane a vista e il paziente non percepisce ingombro (talvolta motivo di perdita di controllo)
Questa misura è ideale per essere compensata con un silicone da occlusione o altro materiale (morbido perchè non sia percepito dal paziente, ma che lasci segni chiari al tecnico dopo l’indurimento).
SOL® è fondamentalmente un punto d’appoggio con una forma particolarmente vantaggiosa per sfilare dolcemente un’impronta e ottenere la relazione intermascellare in vari modi, ma è anche:
La sistematica SOL® Improntafacile viene presentata per ora volutamente in versione analogica, per far comprendere che essa chiude un gap che il digitale inteso come impronta ottenibile da scansione intra-orale possiede: non è possibile rilevare con precisione gli assi per protesi multi-implant avvitate.
La versione digitale è pronta fin dal lancio sul mercato della componentistica ma non è stata messa in commercio per non creare confusione agli utilizzatori sul potenziale che la versione ” nuovo analogico” ha nei confronti sia della vecchia tecnica analogica, sia della digitale intesa da scansione intra-orale.